A Parigi, fuori dall'Assemblea nazionale, risuona tutto un brusio di voci escluse, che non è ancora un discorso; questa pressione dal basso, che poi deciderà le sorti della Rivoluzione francese, Olympe de Gouges ha saputo raccontarla come pochi altri. La sua è una voce che parla di umori, paure, rabbia, polvere, sofferenze e impotenze, proprie e altrui. Nei vicoli di Parigi si muore, lei lo sa e per questo li percorre, raccoglie notizie, scrive i fatti, stampa i suoi testi a proprie spese, poi li attacca lei stessa sui muri della capitale. Spinta da una straordinaria volontà di militanza umanitaria e progettuale, nei suoi pamphlets politici Olympe de Gouges riscrive la Rivoluzione alla sua maniera, inseguendo il farsi e disfarsi dei grandi eventi senza trascurare la cronaca delle sue personali disavventure di donna scomoda, la microstoria della quotidianità e della vita di strada, i suoi sogni di una società perfetta, le sue talvolta ingenue utopie. A poco a poco, la sua voce traversa Parigi, si fa udire nell'Assemblea nazionale, nel Palazzo Reale delle Tuileries, nel cuore della Costituente, nelle aule del Tribunale rivoluzionario; infine è intercettata dal Tribunale di Salute Pubblica, dove Robespierre decide di tacitarla per sempre.
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La mattina del 28 dicembre 1967, in una fabbrica metallurgica di Anderlecht, un quartiere di Bruxelles vicino alla Gare du Midi, viene dato l'allarme per uno dei frequenti infortuni sul lavoro. Muore un giovane operaio, il gesuita Egied Van Broeckhoven. Questo libro riporta un'ampia antologia di brani editi e inediti dal diario a cui Van Broeckhoven ha affidato le proprie riflessioni. In esso sono individuabili elementi profondamente radicati nella tradizione della Chiesa cattolica e nello stesso tempo perfettamente adeguati ai bisogni e alle domande degli uomini del XX secolo. Gesuita, operaio e mistico, Egied Van Broeckhoven è rimasto fedele alla vocazione che lo ha condotto nei quartieri più poveri di Bruxelles, dove ha condiviso la vita con gli operai e gli emarginati e dove ha scoperto il valore profondo dell'amicizia cristiana.
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Afghanistan, dopo la caduta del regime talebano. Jameela ha undici anni, vive in un villaggio poverissimo, non è mai andata a scuola ma ha sempre desiderato farlo. Quando la mamma muore, suo padre decide di trasferirsi a Kabul in cerca di fortuna. Incapace di guadagnarsi da vivere, si risposa con una vedova benestante e senza cuore. Jameela è costretta a lavorare duramente in casa, senza mai essere accettata, fino al giorno in cui per volere della matrigna viene abbandonata al mercato. Da lì Jameela finisce in orfanotrofio, ma è una ragazzina forte e non si lascia abbattere; sua madre le ha donato principi saldi grazie ai quali riesce ad affrontare le difficoltà. Come desiderava, impara a leggere e a scrivere, e studia con impegno perché sa ciò che vuole: un futuro di indipendenza, la stima di sé, il rispetto degli altri. Età di lettura: da 10 anni.
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