Parigi, inizio Ottocento: qui il giovane Descuret inizia la sua carriera di medico e attento investigatore della natura umana, nelle sue eccentricità e nei suoi disordini. Nato proprio dall'intreccio tra medicina e osservazione di stampo psicosociale, nel 1841 vede la luce "La medicina delle passioni". Un'opera brillante e paradossale agli occhi di noi contemporanei, in cui i morbi che affliggono il corpo sono ricondotti agli eccessi delle passioni che tiranneggiano l'anima. Ira, pigrizia, fanatismo, ubriachezza, libertinaggio, ghiottornia: è attraverso questi oscuri, reconditi e sozzi meandri del cuore umano che Descuret ci fa da guida. Lungo la strada distingue per gradi, fornisce sintomatologie grottesche, ma soprattutto dipinge memorabili casi clinici: quello che, per colpa dell'uso smodato di bevande spiritose, muore per autocombustione; quello che, per incapacità di gestire la rabbia, si trafigge il petto perché il soffietto del camino non gli obbedisce; quello che, per gola di un piatto di lenticchie, si conduce a un passo dalla tomba. Infine, non mancano riflessioni filosofico-moraliste sui vizi che abbrutivano i suoi tempi. E anche i nostri.
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Nisargadatta Maharaj è stato uno dei più grandi saggi indiani del secolo scorso, e il suo insegnamento, radicato nella tradizione dell'Advaita Vedanta, il non dualismo, è forse una delle espressioni più alte dell'esperienza diretta dell'Assoluto. Ramesh S. Balsekar, uno dei suoi più stretti discepoli, ne raccoglie gli insegnamenti e li sviluppa per argomenti, restituendoci una saggezza al di là dello spazio e del tempo, ancora oggi in grado di affascinare e istruire, come accadeva per i visitatori che si stringevano attorno a Maharaj, nella piccola casa di uno dei Quartieri più poveri di Mumbai, alla ricerca della Realtà Ultima.
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Jacopo Robusti alias il Tintoretto (perché figlio di un tintore di tessuti) venne preso, giovanissimo, a bottega da Tiziano che lo cacciò non appena si rese conto delle potenzialità del giovane. Pochi anni dopo, Jacopo si fregerà del titolo di Maestro, con un suo studio indipendente. Da allora (è il 1540 e Tintoretto ha solo ventidue anni) dipingerà affreschi e opere memorabili in tutta Italia: 16 tavole raffiguranti le Metamorfosi di Ovidio; Il miracolo dello schiavo (per il quale riceve le lodi dell'Aretino); San Marco che appare a salvare un saraceno; Trafugamento del corpo di san Marco e Ritrovamento del corpo di san Marco; un ciclo di dipinti con storie tratte dal libro della Genesi... e molto altro. Nel 1566 dipinge cinque tele allegoriche da collocare nel Palazzo Ducale di Venezia e, nel 1579, accetta l'invito di Guglielmo Gonzaga per realizzare otto grandi tele per il Palazzo Ducale di Mantova in cui si esaltano le gesta della famiglia. Tintoretto muore all'età di settantacinque anni dopo aver realizzato tre ultime opere per la chiesa di San Giorgio Maggiore: La raccolta della manna, l'Ultima cena e la Deposizione nel sepolcro (1592-1594). Un tragitto da nord a sud dell'Italia che mette in luce il patrimonio museale e collezionistico delle nostre città d'arte, aiutando il lettore appassionato a seguire e a conoscere, con una guida insieme turistica e culturale, la vita, le opere e il contesto storico di un maestro dell'arte.
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Un'intensa fiaba dark, ispirata dalla creatura del folclore giapponese Yuki-onna, la donna delle nevi. È un meta racconto, in cui la narrazione si intreccia su se stessa e avvolge il lettore con le sue spire senza tempo, proiettandolo in un groviglio di storie sul cui sfondo si muovono bambini che sono come ricordi, promesse tradite, treni che non tornano più e lacrime che si perdono nelle tempeste. L'amore dona la vita, ma l'amore tradito non muore mai. E nel giardino dei bambini storti, quando arriva l'inverno, la signora delle nevi vi racconterà la sua storia di dolore.
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Nella seconda metà del XII secolo i Lais di Maria di Francia, insieme ai romanzi di Chrètien de Troyes, consacrano in modo clamoroso la fortuna della materia di Bretagna, intrecciandoli strettamente con i rituali dell'amore cortese e con il misterro dell'avventura. Al cuore di questi racconti ci sono il meraviglioso e il segreto, l'origine e la deriva dei personaggi da e verso regioni sconosciute: Lanval, il melanconico cavaliere amato da una fata (ma la perderà, se rivelerà il loro amore); Guilliadun, la bella principessa lontana che attraversa il mare, muore e resuscita grazie alla virtùm di un fiore; Yonec, nato dal magico incontro di una dama triste e malmaritata con un cavaliere - astore; Bisclavret, minacciato da un sortilegio che lo costringe periodicamente a metamorfosarsi in lupo; Guigemar, novello Narciso, che sale su una nave senza equipaggio per andare lontano, a conoscere l'amore Straordinari incontri, oggetti misteriosi, personaggi che scompaiono e riappaiono, soprattutto amori: difficili, impossibili, idillici, tragici. Per i fantastici intrecci, per lo stile personalissimo, che mescola realismo psicologico e sogno, conversazione mondana ed elegia, questi Lais sono considerati la più bella raccolta di novelle dell'Europa.
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