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  1. Sbaglio dopo sbaglio

    Stevie Bowman ha visto giorni migliori. Non appena atterra a Seattle, scopre che una delle sue valigie è stata smarrita, che il suo fidanzato l'ha tradita in quello che doveva diventare il loro appartamento e, ciliegina sulla torta, è rimasta chiusa fuori dall'attico che suo fratello Rook Bowman le ha messo a disposizione. È tardi, lei è stanca e sull'orlo delle lacrime: che altro potrebbe andare storto? Beh, la comparsa del suo nuovo dirimpettaio, in boxer (dal gusto discutibile), notevolmente muscoloso ed estremamente nervoso per il baccano che lei sta facendo. Il tizio non le riserva il tipico benvenuto da buon vicinato, tutt'altro, ma Stevie non è certo disposta a farsi mettere i piedi in testa dal primo palestrato che incontra. È l'inizio di giornate di sguardi al vetriolo e battutine piccate, finché Stevie non realizza che potresti aver bisogno di un favore dal tuo vicino di casa quando meno te lo aspetti. Bishop Winslow credeva che approdare nella squadra di hockey di Seattle potesse segnare la svolta della sua carriera. Invece si ritrova per capitano l'atleta più odioso della squadra che, per giunta, possiede la casa di fronte alla sua e l'ha affidata a una casinista, che forse ne è pure l'amante. Cosa altro potrebbe andare storto? Infortunarsi proprio prima di iniziare il campionato, ad esempio. Brusco e solitario per carattere, Bishop dà il peggio di sé con la nuova vicina, anche se deve ammettere che il suo fisico tonico in pantaloncini è diventano un'immagine fissa nei suoi pensieri, il che è già il primo sbaglio. Non si aspetta però che la ragazza arrivi a chiedergli uno strano favore: mettere in pratica su di lui le sue conoscenze da fisioterapista, così da realizzare il suo obbiettivo di lavorare con un atleta professionista. Accettare una proposta così dalla sorella del suo capitano sarebbe sicuramente il secondo sbaglio di Bishop, ma la verità è che anche a lui farebbe comodo un aiuto in più per recuperare in fretta dal suo infortunio. E così, massaggio dopo massaggio, sera dopo sera e sbaglio dopo sbaglio, un innocuo favore tra vicini sembra trasformarsi in qualcosa di più. Lasciare che le questioni di cuore si mischino con gli affari della squadra, nella vita di un giocatore di hockey professionista, potrebbe essere lo sbaglio finale... capace di spazzare via il cuore di entrambi come un dischetto sul ghiaccio.

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  2. La danzatrice di Izu

    Uno studente di Tokyo intraprende un viaggio solitario nella pittoresca penisola di Izu: spera di trovare sollievo ai propri tormenti. Nella bellezza del paesaggio autunnale, il protagonista vive un'esperienza che lo segnerà a fondo: conosce Kaoru, una giovane danzatrice errante, pura nella sua naturale semplicità e nel suo animo infantile. In un delicato equilibrio tra lo scenario idilliaco di Izu e le dinamiche emotive fra i due, Kawabata esplora il tema della bellezza effimera e dell'innocenza perduta, catturando con maestria la fugacità del momento. Opera giovanile dell'autore, fortemente autobiografica, "La danzatrice di Izu" (1927) secondo Mishima «ha la bellezza incompiuta della giovinezza stessa». La accompagnano in questo volume altri tre racconti, come nell'edizione Shinchosha del 1950: "Locanda termale" (1930), che nella coralità tutta declinata al femminile ricostruisce con vividezza gli stessi ambienti della "Danzatrice di Izu"; "Lirica" (1934), un'interpretazione di rara intensità dello struggimento di una donna per l'amore perduto; e "Uccelli e altri animali" (1934), un racconto in cui vita e scrittura si fondono in un'allegoria disturbante. In ognuno di questi testi - al di là di una semplice narrazione di eventi e azioni - Kawabata riesce a offrire un affresco di indelebili emozioni, così fine da penetrare profondamente nell'animo del lettore.

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  3. Foto/grammi dell'anima. Libere (im)perfezioni

    Dopo "Il quadro mai dipinto", ecco i "Foto/grammi dell'anima", il primo libro di Massimo Bisotti, in una versione ampliata e riveduta dall'autore, impreziosita da dieci illustrazioni di Stefano Morri realizzate per l'occasione. Un libro che ha l'apparenza di una raccolta di fiabe contemporanee: "Il giardino dell'anima", "Il mare e la luna", "L'ombrellaio del tempo", "L'istrice solitario"... sospese tra le favole di Esopo e "Il Piccolo Principe", capaci di evocare e incantare, come solo la letteratura più grande e vera sa fare. Attraverso queste storie, in cui non sempre l'uomo è protagonista, impariamo l'importanza dell'umiltà e la fatica che ognuno di noi fa per diventare se stesso. Raccontando l'amore fra due note su un pentagramma o i bisticci che agitano i colori sulla tavolozza di un pittore, Massimo Bisotti ci parla di noi, dei nostri entusiasmi e dei nostri errori di felicità, che tanto spesso ci conducono lontano dal cammino previsto. Questo libro nasconde dentro di sé un piccolo miracolo: la capacità dell'autore di scavare dentro il suo cuore e raggiungere contemporaneamente quello del lettore, creando un contatto di anime che si mettono a nudo. Ancora una volta Bisotti riesce a stupire e a commuovere, mostrandoci un cammino di vita in cui sono deposti i giudizi e i pregiudizi, diretto al riconoscimento di quello che è più vero, profondo e necessario, dentro di noi e dentro chi incontriamo nel nostro percorso.

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  4. L'albero nella pittura

    Questa storia illustrata della rappresentazione dell'albero in pittura ci consente di comprendere la costruzione, lo sviluppo e le molteplici soluzioni di un motivo che nei secoli è diventato un importante soggetto a sé stante nelle arti figurative occidentali. Che sia solitario o parte di un insieme, frondoso, spoglio, in gemmazione o fiorito, la rappresentazione di un albero impone il superamento di una serie di difficoltà tecniche e costituisce una vera sfida formale per l'artista. Molteplici fonti consentono di tracciare efficacemente le diverse pratiche messe in atto dai pittori: lo sviluppo di ricette d'atelier, la circolazione di modelli arborei esemplari, la pratica pittorica svolta nel cuore stesso della natura; sono tantissimi gli approcci e i percorsi che ci permettono di entrare nel grande laboratorio artistico legato agli alberi e al paesaggio in epoca moderna. E come interpretare quelle opere che pongono in primo piano la figura dell'albero? Dalle rappresentazioni nel XVI secolo di foreste selvagge che evocano deserti eremitici alla precoce consapevolezza ecologica nel XIX secolo, da Giotto e Dürer a Klimt e Hockney, dai romantici tedeschi agli impressionisti francesi, l'ampio spettro di interpretazioni ci obbliga a interrogarci sulla costruzione e l'intensità dei nostri rapporti con il paesaggio e la natura.

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  5. Hoka One One Solimar White

  6. Hoka One One Solimar White

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