"'Vedo il sole', scrisse Eleonora Duse nel primo biglietto per Gabriele d'Annunzio, e parlava di lui, che definirà il loro incontro 'un incantesimo solare'. Senza saperlo, ma forse lui sì, il loro amore inaugurò il divismo moderno e alimentò le cronache mondane per anni. I detrattori hanno sostenuto che non fu un vero amore. La questione è più complessa. Il loro, semmai, fu un incontro di reciproco interesse. Il connubio artistico con la più celebrata attrice del tempo avrebbe permesso a Gabriele di avvicinare il pubblico ai suoi miti e alla sua poesia. A lei premeva rinnovare il suo repertorio e legare la propria arte a testi che fossero 'suoi' e soltanto suoi. E per di più cadde fulminata dal grande seduttore che, pur amandola, finì per stancarsene, come sempre. Fu un grande amore? Sì, e questo libro - che ho visto crescere insieme agli studi di Franca Minnucci negli Archivi del Vittoriale degli Italiani - lo racconta con le stesse parole della grande attrice." (Giordano Bruno Guerri)
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Nel 1943 Bruna Cases ha 9 anni. Sa che, in quanto ebrea, la sua vita è in pericolo. È giunto il momento di partire e cercare di raggiungere il padre e la nonna, che già da qualche tempo si sono rifugiati in Svizzera. Bruna, nonostante la giovane età, è consapevole di quanto sta succedendo e comincia a prendere degli appunti. La fuga in Svizzera riesce per otto degli undici membri del gruppetto di fuggiaschi di cui fanno parte anche Bruna, sua madre e le sorelle di diciotto e ventisei anni. Vengono assegnati ad alcuni passatori che li accompagnano fino al confine di Stabio, a poche centinaia di metri in linea d'aria da Arzo, dove solo qualche settimana più tardi verrà respinto il gruppo di cui faceva parte Liliana Segre. In Svizzera inizia un lungo periodo durante il quale Bruna Cases verrà trasferita da un luogo di accoglienza per profughi all'altro. La bambina confida le proprie preoccupazioni e impressioni alle pagine del suo diario, corredando la propria narrazione con dei suggestivi disegni. Nel libro è riportata anche la testimonianza del marito di Bruna Cases, Giordano D'Urbino, che a sua volta si salvò scappando in Svizzera, seppur prendendo la via del Bisbino. Prefazione di Pietro Montorfani. Postfazione di Fiorenzo Rossinelli.
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Gian Maria Volonté è stato uno degli attori italiani più talentuosi, apprezzato anche sulla scena internazionale grazie ai ruoli interpretati per registi del calibro di Elio Petri, Francesco Rosi o Giuliano Montaldo. Un artista poliedrico con più di 55 film al suo attivo, un attore di eccezionale profondità, capace di incarnare personaggi complessi e controversi come Giordano Bruno e Aldo Moro. Anche grazie all'inserto fotografico a colori, l'autore ne ripercorre la vita e la carriera, offrendo al lettore il ritratto dell'uomo dietro l'artista.
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Andare dietro le sbarre: vi si trova una povertà umana e sociale che difficilmente riusciamo a digerire, ma essa è l'altro lato della nostra società. In questo volume, le voci di uomini e donne che vivono l'esperienza del carcere di San Vittore come condannati o come operatori si riflettono nelle fotografie in bianco e nero che ne ripresentano l'ambiente, nei suoi diversi volti oggetti e luoghi. Le immagini sono accompagnate dai testi di Rossana Ruggiero, dalla presentazione del cardinale Matteo M. Zuppi e da una postfazione conclusiva di Filippo Giordano, nominato Segretario per l'inclusione dei detenuti al CNEL. La luce delle fotografie, magistralmente catturata da Matteo Pernaselci, apre uno squarcio di speranza nel buio di tanti vissuti.
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