"L'occhio come mestiere" è un libro di Gianni Berengo Gardin con un testo di Edoardo Albinati. Oltre alle fotografie, il libro è arricchito anche dalla prefazione di Giovanna Melandri, da un testo di Alessandra Mauro e da una conversazione tra Margherita Guccione e Berengo Gardin. Il titolo richiama quello del celebre libro curato da Cesare Colombo, uscito nel 1970, che raccoglieva un'antologia di fotografie di Gianni Berengo Gardin e testimoniava l'importanza del suo sguardo, del suo metodo e del suo mestiere, per riuscire a narrare il suo tempo attraverso le immagini. Questo volume vuole proporre ora un nuovo racconto visivo di Berengo Gardin dedicato all'Italia e composto di quasi duecento fotografie, alcune celebri, altre meno note, altre ancora inedite. Una lunga sequenza in bianco e nero che ferma in immagini perfette grandi momenti e situazioni di una semplice, splendida normalità; personaggi, reportage dirompenti, paesaggi che conosciamo e che speriamo non cambino mai.
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Fare i dolci di Ernst Knam come Ernst Knam senza essere Ernst Knam. Potrebbe sembrare impossibile, invece sua moglie Alessandra Mion ci è riuscita. Pur non avendo nessuna esperienza. Certo, la sua trasformazione in «Frau Knam», la pasticcera amatoriale moglie del pasticcere professionista, è avvenuta in un momento che le ha dato una forte motivazione: il lockdown. Impastare in quella fase rispondeva per lei a un preciso bisogno di conforto, calore, distrazione. Il risultato, però, è impressionante: torte perfette sfornate con tecniche perfette. In meno di due mesi. Merito del maestro (molto esigente), dell'allieva (molto intuitiva) e del rapporto che li lega (qualche bisticcio, una solida unione). In questo libro i coniugi Knam raccontano per la prima volta un po' della loro storia, in una sorta di biografia per ricette. Cinquanta, per la precisione: dalla mousse al mango del primo incontro fino ai dolci firmati da Alessandra. E soprattutto spiegano il metodo infallibile per diventare pasticceri abili in pochissimo tempo. Prefazione di Davide Oldani.
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Dalle valli più selvagge alle città, solcando prati e terre bonificate, in montagna, collina e pianura: ovunque l'acqua costruisce attorno a sé microcosmi meravigliosi. I 35 itinerari proposti in questa guida, brevi e adatti a tutti, portano alla scoperta di alcuni ambienti acquatici del Friuli Venezia Giulia, dal Timavo al Tagliamento, con una puntata in Veneto e una in Slovenia. Prefazione di Alessandra Beltrame.
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Il brand journalism è giornalismo. Per gestire un brand magazine, un'azienda deve rivolgersi a esperti in grado di creare e gestire una redazione e di utilizzare tecniche giornalistiche e strumenti digitali, al fine di valorizzare il marchio attraverso notizie, interviste, storytelling e reportage, sensibilizzando i lettori (e quindi i potenziali clienti) verso le più importanti tematiche di interesse pubblico e di attualità. Un progetto di brand journalism richiede competenze di giornalismo tradizionale, tecniche per creare un piano editoriale, da declinare nelle diverse forme del digital, e deve sempre sottostare ai principi etici del giornalismo. Il libro nasce dall'esperienza dei due curatori, Cristina Maccarrone e Roberto Zarriello, la cui carriera inizia con i media tradizionali e si evolve nel web e nella comunicazione social, sviluppando competenze SEO, brand journalism, comunicazione digitale, social copywriting. La corposa prefazione di Francesco Giorgino, noto giornalista, e i capitoli dei coautori coinvolti - Alessandra Boiardi, Claudia Cichetti, Damiano Crognali, Francesco Di Costanzo, Riccardo Esposito - la rendono l'opera estremamente completa ed esauriente. Prefazione di Francesco Giorgino.
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Nel 1956 la Municipalità di Matosinhos incarica Fernando Távora di realizzare un parco pubblico in un'area residua dei lavori di ampliamento del porto, in cui sorgevano due ville rurali con le relative tenute. Nel momento in cui Távora interviene sul terreno vi sono solamente i resti del chiostro di un convento quattrocentesco mai completato, alcune fontane monumentali e una cappella. Távora decide di non affrontare l'immagine perduta del convento, di cui non propone una restituzione, ma di indagare il "rituale spaziale" dell'esistente e tale indagine, che di fatto genera il progetto, avviene camminando, attraversando ripetutamente, "viaggiando" all'interno del luogo. La Quinta da Conceição è dunque un progetto fondativo del metodo progettuale tavoriano che ne rivela gli aspetti più sottili, legati alla esperienza dei luoghi piuttosto che alla loro rappresentazione. Il volume propone un esercizio di lettura affidato allo sguardo fotografico di diversi autori - Roberto Collovà, Alessandra Chemollo, Ivana Barbarito, Sebastiano Raimondo - in diversi tempi. La diversità degli sguardi su un'opera al tempo stesso sfuggente ed esemplare offre occasione per una riflessione, anche di carattere generale, riguardo a temi quali il rapporto tra l'architettura e le sue rappresentazioni, gli aspetti performativi del progetto, la conoscenza della dimensione. Con un testo di Álvaro Siza.
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Il Suq di Genova è una festa di suoni, visioni, profumi, sapori; uno spazio di incontro e dialogo tra le culture. Nel cuore del Porto Antico, ogni anno, prende vita un teatrale e mediterraneo bazar dei popoli con spettacoli, concerti, incontri, artigianato, cucine dal mondo, buone pratiche per l'ambiente. "Suq è un piccolo mondo che fa pensare a come potrebbe essere bello quello grande". Paola Capriolo, scrittrice "Se la parola 'suq' viene usata da qualcuno in modo spregiativo per indicare confusione, rispondiamogli che è vero: confondersi con gli altri è il solo modo per fare umanità". Marco Aime, antropologo e scrittore. Il Suq di Genova è un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere, un nuovo modo di pensare il teatro e le sue funzioni. A raccontarlo sono le voci di Marco Aime, Luca Antonucci, Valentina Arcuri, Lucio Argano, Mohamed Ba, Alessandra Ballerini, Mayela Barragán Z., Enrico Campanati, Paola Caridi, Alessandro Cavalli, Jo Choneca, Enzo Costa, Andrea Cosulich, Giacomo D'Alessandro, Nando Dalla Chiesa, Maria Benicia de Jesus, Pippo Delbono, Andrea Di Stefano, Goffredo Fofi, Federica Fossa, Don Andrea Gallo, Emanuela Guano, Amir Issaa, Kossi Komla-Ebri, Miryam Kraus, Chef Kumalé, Lucy Ladikoff, Margherita Laera, Lia Larizza, Emilia Marasco, Kiros Menghistie, Nabil Nijem, Bintou Ouattara, Moni Ovadia, Maria Pace Ottieri, Laura Parodi, Andrea Porcheddu, Roberto Rinaldi, Andrea Sbarbaro, Emanuela Scagno, Eriomina Shahaj, Shi Yang Shi, Franca Speranza, Pietro Tarallo, Padre Vitaly Tarasenko, Anahita Tcheraghali, Pietro Veronese, oltre a quelle delle curatrici e dei curatori. Con le fotografie di Luca Antonucci, Giovanna Cavallo, Sabrina Losso, Uliano Lucas, Alessio Ursida e Max Valle.
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