Dati: XLIV-1332 p.,libro in brossura «Ogni mio racconto è uno schiaffo allo stalinismo», cosí nel 1971 Varlam Salamov definiva con secca, sonora immediatezza I racconti di Kolyma, tragica testimonianza sui gulag sovietici, su «quello che nessun uomo dovrebbe vedere né sapere.» Dalla fine degli anni Venti al dopoguerra milioni di persone vennero deportate e morirono nei lager staliniani, e alla Kolyma, regione desolata di tundra e ghiacci dove «uno sputo gela in aria prima di toccare terra», alamov rimase confinato dal 1937 al 1953.
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